Perché è importante curare i denti dei bambini in tenera età
L’ortodonzia intercettiva prevede trattamenti intrapresi in età precoce finalizzati a rimuovere i fattori responsabili delle malocclusioni dentarie. È molto importante quindi intervenire sulla bocca del bambino quando ha ancora i denti da latte, questo per preparare il suo palato per le nuove arcate dentarie, che si mostreranno dopo che i dentini decidui saranno caduti.
Cos’è l’ortodonzia intercettiva
Esistono alcune malformazioni delle ossa mascellari e anomalie degli elementi dentali (malocclusioni) che hanno bisogno di essere corrette attraverso l’uso dell’apparecchio mobile e/o apparecchio fisso. È necessario intercettarle e trattarle efficacemente perché possono portare disturbi respiratori, masticatori, fonatori, posturali, e quindi danneggiare l’estetica e la funzione generale del sorriso e del viso.
La fase intercettiva è mirata alla correzione, tramite l’ausilio di un apparecchio mobile, dei rapporti fra le basi ossee. Per ottenere questi risultati, si utilizzano apparecchiature già a partire dall’età prescolare, nel caso in cui la malposizione lo richieda.

Quando mettere l’apparecchio ai bambini
Il percorso della bocca di un bambino è soggettivo, non c’è un giorno preciso in cui iniziano a cadere i denti da latte; per capire se e quando mettere l’apparecchio ai bambini è consigliabile portare il piccolo paziente a fare una prima visita verso la fine dei 5 anni. Il trattamento ortodontico inizia intorno ai 6 anni, quando i denti da latte iniziano a lasciare il posto ai denti permanenti e termina intorno ai 12 anni, quando i denti decidui sono completamente caduti.
Ci sono dei casi in cui ha senso consigliare l’uso dell’apparecchio anche a bambini di 4 anni, perché prima si interviene meglio è, in termini di efficacia (maggiore) e durata (ridotta) dell’intervento.
I regolari controlli dal dentista pediatrico sono comunque importanti proprio per intercettare tempestivamente eventuali problemi ed intervenire di conseguenza.
Che tipo di apparecchio viene usato
Una volta capito quando mettere l’apparecchio ai bambini, si procede al trattamento vero e proprio: generalmente si procede con una terapia ad apparecchio mobile, direttamente sui denti decidui, per sistemare quelle che potrebbero trasformarsi in malocclusioni dentarie dei denti permanenti.
Nella maggior parte dei casi, l’utilizzo dell’apparecchio rimovibile su denti decidui non elimina la necessità di una successiva terapia ortodontica con apparecchio fisso, tuttavia può ridurne notevolmente la durata e aiutare a ottenere un migliore risultato estetico e funzionale.
L’apparecchio mobile può essere tolto autonomamente dal paziente durante i pasti e per le operazioni di pulizia ordinarie, ma per ottenere i risultati sperati è necessario indossarlo dalle 14 alle 18 ore al giorno.
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Quando spuntano i primi dentini?
Il primo dentino tipicamente spunta intorno ai sei mesi, ma c’è chi lo mette già a quattro mesi e mezzo e chi, invece, non ne ha neppure uno a un anno. Di solito le mamme e i papà si preoccupano per un ritardo di eruzione, non per un anticipo: ma in un caso o nell’altro, non c’è da preoccuparsi perché la nascita dei denti è scritta nel nostro codice genetico e può esserci una grande variabilità tra bimbo/a e bimbo/a.
Solitamente, quando i dentini spuntano si osserva una maggiore salivazione e la tendenza a mettere tutto in bocca: sono sintomi locali tipici dell’eruzione. E oggi in farmacia si trovano tanti giochini da mordere (da tenere in freezer) per alleviare un po’ il fastidio.
Nel periodo in cui stanno erompendo i denti, si tende ad attribuire qualsiasi forma di malessere del bambino alla dentizione. Ma non ci sono evidenze scientifiche che collegano la comparsa dei primi dentini alla febbre, alla diarrea.
Quanti sono i denti da latte?
Sono 20 e spuntano gradualmente, dai 6 mesi ai due anni e mezzo (anche in questo caso ricordiamo che può esserci una grande variabilità tra bimbo e bimbo). L’ultimo a spuntare è il secondo molaretto.
Quando iniziare a lavare i denti?
Subito. Fin dalla comparsa del primo dentino. Con spazzolini adeguati: se ne trovano diversi in farmacia adatti a questa età. Fino ai due anni non serve usare il dentifricio, ma è sufficiente spazzolare a secco. Poi si raccomanda l’uso di un dentifricio al fluoro (all’inizio la quantità di dentifricio deve essere pari a un pisello surgelato) dato che le ultime linee guida nazionali non indicano più la somministrazione di fluoro per via sistemica (in altre parole, le pasticche di fluoro) ma per via topica, per prevenire la formazione della carie.
È importante curare fin dall’inizio l’igiene orale per evitare la formazione della placca e il ristagno di batteri cariogeni in bocca. Ed è importante che i bambini e le bambine familiarizzino con un gesto che deve diventare una sana abitudine quotidiana, da ripetere più volte nel corso della giornata, dopo i pasti.
Inizialmente, quindi, l’appuntamento con lo spazzolino dovrebbe essere un piacevole momento condiviso con la mamma o con il papà, da accompagnare per esempio con canzoncine e filastrocche: “laviamo lo sporchino dal dentino…”.
Per la salute orale dei bambini sarebbe altresì importante evitare di passare, accidentalmente, i batteri cariogeni dalla propria bocca a quella dei bambini: quindi no all’abitudine di mettere in bocca il ciuccio, se è caduto a terra, prima di darlo al bimbo; e no all’abitudine di assaggiare il cibo con lo stesso cucchiaio con cui poi lo si darà a (o mangerà) lui o lei.
Quando cominciano a cadere?
I primi denti da latte a cadere sono gli incisivi inferiori centrali, tipicamente intorno a sei anni. Ma ad alcuni bambini (precoci) cadono già a cinque mentre ad altri (tardivi) a sette anni.
Poi, dalla caduta del dente da latte, possono passare anche dei mesi prima che compaia il dente permanente, soprattutto nel caso degli incisivi laterali superiori, e dei canini superiori… In questa fascia di età, oltre ad iniziare la permuta dei denti, compare il primo molare permanente, che spesso viene scambiato per un dente da latte. Attenzione: spesso è il primo dente che si caria. Lavatelo bene.
Meglio lo spazzolino elettrico o manuale?
Lo spazzolino manuale va benissimo. Iniziate a lavare i dentini con quello manuale poi sarà il dentista a consigliare uno o l’altro. Un consiglio: almeno fino agli 8 anni, la sera spazzolate prima voi a secco (senza dentifricio) i denti dei vostri figli arrivando, scrupolosamente, ai denti posteriori. Perché a quell’età non sanno ancora eseguire quei movimenti fini che consentono di spazzolare adeguatamente tutta la dentatura. Poi lasciate che facciano da soli: mettendo un po’ di dentifricio al fluoro sullo spazzolino.
Quando fare la prima visita dal dentista?
Si consiglia la prima visita dal dentista pediatrico intorno ai due anni e poi di ripetere i controlli ogni sei mesi. Sarà in ogni caso il proprio dentista a dare le successive indicazioni per un adeguato monitoraggio della salute orale del bambino.
Quando mettere l’apparecchio?
I regolari controlli dal dentista pediatrico sono importanti proprio per intercettare tempestivamente eventuali problemi e intervenire di conseguenza: dalla necessità di una maggiore e più puntuale igiene orale per prevenire le carie, all’apparecchio per risolvere problemi di malaocclusione, morso inverso, incrociato, aperto, affollamento (denti storti)…
L’età in cui mettere l’apparecchio ortodontico dipende dal difetto, perché alcuni vanno trattati precocemente, anche a cinque anni, nel caso di altri difetti ortodontici invece si preferisce intervenire più avanti negli anni (a 12-13 anni).
Cosa fare se digrigna i denti?
Il bruxismo, come il sonnambulismo, è considerato normale fino a sei-sette anni: nel 90% dei casi infatti l’abitudine di digrignare i denti durante la notte sparisce con la crescita. Dopo questa età, una visita ortodontica può valutare eventuali problemi di malaocclusione che possono provocare questo disturbo e, di conseguenza, può essere utile per identificare quali interventi adottare.
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Linee guida per il mantenimento della salute orale dopo trattamenti implantari
Cos’è l’impantologia?
L’implantologia è quella disciplina odontoiatrica che permette la sostituzione degli elementi dentari andati perduti in modo semplice,sicuro e duraturo nel tempo attraverso l’inserimento di
dispositivi protesici in titanio all’interno dell’osso.Ricerche cliniche e sperimentazioni condotte dalla comunità scientifica per oltre 20 anni insieme all’incessante progresso tecnologico delle metodiche e dei materiali ci permettono oggi di poter ritenere questa metodica un trattamento sicuro ed ad altissima percentuale di successo con oltre il 95% dei successi a 10 anni dall’intervento.
COSA SIGNIFICA OSTEOINTEGRAZIONE?
L’osteointegrazione è quel fenomeno biologico che permette all’impianto di integrarsi solidamente con l’osso del paziente;questo significa che il legame tra l’impianto in titanio e l’osso che lo circonda non è solo fisico,ma anche biologico,ovvero che le cellule del nostro organismo sono in grado di crescere a livello della superficie dell’impianto e di legarsi a questo in maniera intima.
CHE COSA SONO GLI IMPIANTI?
Sono delle strutture in titanio il cui scopo è sostituire le radici naturali dei denti andati perduti.Una volta posizionati rimangono all’interno dell’osso interamente sommersi dalla gengiva.
All’impianto si connette un ulteriore struttura detta perno moncone il cui scopo è supportare la corona definitiva esattamente come le radici danno sostegno ai denti naturali.
QUALI VANTAGGI PRESENTA UNA PROTESI SU IMPIANTI OSTEOINTEGRATI ?
Nel caso il trattamento protesico si rivolga alla sostituzione di uno o comunque pochi elementi dentari vicini,l’implantologia offre diversi vantaggi rispetto alle tecniche tradizionali.In primo luogo ci permette di poter inserire una protesi di tipo fisso senza dover intervenire sui denti vicini. Secondo le tecniche tradizionali infatti,per costruire un ponte fisso sono necessari almeno 2 pilastri che lo sorreggano in corrispondenza dei suoi estremi.I pilastri non sono altro che 2 o più denti naturali che vengono limati,e sovente devitalizzati,a scapito di una consistente perdita di tessuto dentario sano,per poter accogliere il ponte protesico.
L’utilizzo di impianti in titanio,invece,ci consente di poter sostituire gli elementi persi,in modo naturale e semplice,senza dover intaccare i propri denti.
Un ulteriore vantaggio consiste nella possibilità di poter ricorrere ad una soluzione di tipo fisso anche per protesizzare zone,definite selle edentule,in cui la perdita di tutti i possibili pilastri precluderebbe qualsiasi protesi fissa ovvero quando l’unica alternativa attuabile sarebbe una protesi parziale mobile scheletrica.
Gli impianti possiedono inoltre la capacità di continuare a stimolare in maniera attiva,attraverso le forze masticatorie,la funzionalità della cresta ossea evitandone così il caratteristico riassorbimento che si osserva in seguito alla perdita di un dente ed alla presenza di protesi tradizionali.Un vantaggio quindi non solo di tipo meccanico e funzionale,ma anche biologico.
In caso di trattamenti protesici estesi l’utilizzo di impianti dentali consente di poter progettare riabilitazioni di tipo fisso anche in quei casi l’unica alternativa terapeutica sarebbe un apparecchio di tipo mobile ovvero la classica dentiera.
In questo modo possiamo usufruire di notevoli vantaggi,tra cui:
– il ritorno a una capacità di masticazione del tutto simile ai denti naturali
– l’assenza di riassorbimento delle creste ossee tipicamente indotto dagli apparecchi mobili che costringe a periodiche ribasature
– una maggiore tonicità a livello dei muscoli facciali,ovvero un viso più giovanile e naturale
– l’eliminazione di fastidiose infiammazioni e quindi del dolore che gli apparecchi mobili causano a livello delle gengive per mancanza di stabilità.
QUALI SONO I PAZIENTI CANDIDATI ALL’IMPLANTOLOGIA ?
L’implantologia è una pratica che può rivolgersi a tutta la popolazione adulta che per diversi motivi ha perso uno o più denti nel corso della propria vita.In particolare l’età adulta non è assolutamente considerata una controindicazione all’intervento,ma al contrario gli interventi più estesi spesso si rivolgono specificatamente a pazienti in età avanzata. L’implantologia rimane invece non consigliabile nei soggetti in fase di crescita,al di sotto dei 18-20 anni, in quanto lo sviluppo dento scheletrico non è ancora terminato.
E SEMPRE POSSIBILE RICORRERE ALL’IMPLANTOLOGIA? QUALI SONO LE PRINCIPALI CONTROINDICAZIONI ?
In generale chiunque può essere ritenuto un valido candidato a questo tipo di soluzione terapeutica,esistono tuttavia controindicazioni tra cui distinguiamo il fumo,la cattiva igiene orale,la presenza di malattie parodontali,scarsa quantità e qualità ossea; è bene precisare però che la mancanza di osso non và considerata una controindicazione assoluta.
In determinati casi infatti,nonostante la scarsità ossea,è possibile sottoporsi ad interventi di rigenerazione delle creste ossee in modo da ricreare quelle dimensioni ossee andate perdute nel tempo e quindi ristabilire una condizione ideale per l’inserimento degli impianti.Un esempio tipico è il rialzo del seno mascellare.
COME SI SVOLGE IL TRATTAMENTO PER IL POSIZIONAMENTO DEGLI IMPIANTI? L’INTERVENTO è DOLOROSO?
L’intervento si esegue in regime ambulatoriale ed in anestesia locale.Se ritenuto necessario è possibile praticare una blanda sedazione per ridurre lo stress ed aumentare il confort del paziente che comunque rimane sempre sveglio e cosciente.L’intervento non è doloroso,ed è paragonabile a un’estrazione dentale semplice.Nella maggior parte dei casi,il giorno dopo è possibile tornare alle proprie occupazioni di tutti i giorni senza problemi.
Se non è prevista una protesizzazione immediata(come nel carico immediato),una volta inserito,l’impianto rimane coperto dalla gengiva in attesa che avvenga il processo di osteointegrazione.Durante questo periodo,che ha una durata media di 3-6 mesi,l’impianto diventa un tutt’uno con l’osso circostante.Al termine di questo periodo l’impianto viene scoperto per inserire il pilastro di guarigione ovvero una piccola vite che per 2-4 settimane ha lo scopo di guidare la guarigione e la maturazione del tessuto gengivale preparandolo ad accogliere il perno moncone e la corona definitiva.Una volta guarita la gengiva il pilastro di guarigione viene sostituito dal perno moncone sul quale vengono fissati i lavori protesici definitivi.
QUALI SONO LE PRINCIPALI SOLUZIONI TERAPEUTICHE SU IMPIANTI ?
Impianto singolo o ponte: in caso di mancanza di un singolo dente si inserisce un impianto per ogni dente mancante.
Edentulia completa: quando mancano tutti i denti di un’intera arcata,esistono diverse soluzioni riabilitative,la protesi completa su 4 impianti ancorata e non rimovibile dal paziente,oppure le cosidette overdenture,cioè una protesi completa ancorata su 2 soli impianti rimovibile dal paziente per le manovre di igiene orale domiciliare.
Il carico immediato: è una particolare procedura che permette di caricare gli impianti ovvero fissare la protesi provvisoria a distanza di sole 24-48 ore dall’intervento,senza attendere i classici 3-6 mesi di osteointegrazione completa.
QUALI SONO I POSSIBILI RISCHI E COMPLICANZE DELL’INTERVENTO?
L’inserimento di un impianto è un intervento con rischi e complicanze del tutto simili ad altri tipi di interventi odontoiatrici.Dopo l’intervento è possibile quindi assistere alla comparsa di un leggero gonfiore o formicolio,in generale comunque una buona programmazione preoperatoria e tecniche chirurgiche poco invasive permettono di ridurre al minimo le possibilità di eventuali complicanze.
ESISTE IL RISCHIO DI RIGETTO?
Il titanio utilizzato per gli impianti è definito commercialmente puro ed è quindi totalmente biocompatibile con il nostro organismo.Questo significa che è inerte e da solo non è in grado di indurre reazioni avverse da parte del nostro corpo con il quale al contrario si integra completamente.Per gli impianti dentali in titanio è quindi sempre scorretto parlare di rigetto.
CHE COS’E IL FALLIMENTO IMPLANTARE?
Nonostante gli impianti non possano essere rigettati dal nostro organismo questo non significa che non possano essere persi per altre cause.In alcuni casi l’impianto può non osteointegrarsi durante il periodo di guarigione.Questa evenienza,definita come fallimento precoce,è poco frequente ma possibile,tuttavia può essere spesso risolta posizionando un nuovo impianto nella stessa sede del precedente.
Le cause principali del fallimento implantare tardivo(ovvero quello che avviene a distanza di anni dalla conclusione dei lavori)sono invece il fumo e la scarsa igiene orale,capaci di indurre infezioni e infiammazioni a livello dell’impianto e quindi riassorbimento dell’osso.
COS’E LA PERIMPLANTITE?
La perimplantite è un infiammazione localizzata a livello dell’impianto indotta dall’accumulo di placca e tartaro quindi da un’inadeguata igiene orale.Cosi come si verifica nella malattia parodontale i batteri che colonizzano la superficie dell’impianto inducono la distruzione dell’osso circostante fino a giungere alla perdita dell’impianto.
COME SI PUO’ CONTRIBUIRE ALLA BUONA SALUTE DELL’IMPIANTO NEL TEMPO?
Come accennato la scarsa igiene orale ed una cattiva manutenzione dell’impianto sono le principali cause del fallimento impiantare.Per questo motivo è opportuno sottoporsi a regolari controlli periodici,seguire scrupolosamente il piano di richiami prefissato ed eseguire un igiene orale domiciliare corretta e attenta.
QUANTO PUO’ DURARE UN IMPIANTO?
Sottoponendosi a controlli clinici regolari,mantenendo una buona igiene orale ed un corretto stile di vita,salvo particolari cambiamenti a livello di salute generale,la vita di un impianto può non avere limiti.
CHE COMPLICANZE PUO’ AVERE UNA PROTESI SU IMPIANTI?
Le complicanze a livello protesico sono piuttosto rare.Tra i problemi riscontrabili possiamo individuare problemi di tipo infiammatorio dovuti a scarsa igiene orale e problemi di tipo meccanico.In caso di fastidio o dolore è bene effettuare subito una visita di controllo per rimuovere le cause dell’infiammazione in modo da evitare l’insorgere di perimplantiti e ristabilire lo stato di salute.Problemi di tipo meccanico quali la decementazione di un ponte,la rottura o l’allentamento di una vite di fissaggio devono essere corretti il prima possibile.
QUALI ALTERNATIVE CI SONO AGLI IMPIANTI?
In caso di edentulia totale l’unica alternativa è la classica dentiera con tutti i problemi possibili e relativi all’uso di una protesi mobile come la mancanza di stabilità e il riassorbimento progressivo delle creste ossee.Nel caso di edentulia parziale sono indicate le protesi parziali scheletrate,che si avvalgono di ganci metallici o di resina per ancorarsi ai denti residui e dare stabilità all’apparecchio,ma gravano inevitabilmente sulla dentatura residua inducendo atrofia ossea.Esistono infine i ponti fissi, cioè strutture che vengono cementate su denti naturali per sostituire uno o più elementi dentari andati perduti.Necessitano di due elementi sani ai confini della zona edentula che devono essere limati e se necessario devitalizzati per poter fungere da pilastri portanti per la struttura.In questi casi il trattamento con impianti permette di sostituire i denti mancanti senza intaccare i denti vicini.
QUALI SONO I PRINCIPALI STRUMENTI PER OTTENERE UNA BUONA IGIENE DEGLI IMPIANTI?
Gli effetti a carico dei tessuti intorno all’impianto determinati dall’accumulo di placca sono molto simili a quelli osservabili a carico dei denti e dei tessuti parodontali.La placca batterica determina inizialmente un’infiammazione che causa un’alterazione del colore da rosa a rosso,sanguinamento e gonfiore.Col passare del tempo l’infezione tende a spostarsi sempre più in profondità fino a distruggere i tessuti di supporto dell’impianto.Per questo bisogna sempre adottare specifiche misure di controllo della placca intorno all’impianto cosi come intorno ai denti naturali in modo da mantenere un adeguata salute di tutta la bocca.
LA TERAPIA DI MANTENIMENTO !
La terapia di mantenimento è un piano di richiami individualizzato, col fine di controllare nel tempo la salute degli impianti dentali,verificare l’igiene orale ed identificare gli eventuali errori commessi dal paziente nell’igiene orale quotidiana.Nel corso del primo anno è importante eseguire visite di controllo regolari almeno ogni ¾ mesi,negli anni successivi la frequenza viene stabilita in base alle esigenze specifiche di ogni paziente ed al grado di igiene mantenuta.Una motivata collaborazione è indispensabile per garantire un successo implantare a lungo termine.
QUALI SONO LE AREE Più IMPORTANTI SU CUI EFFETTUARE UNA PULIZIA ACCURATA ?
Ricordando che una buona igiene orale va sempre eseguita in tutta la bocca possiamo individuare alcune aree verso cui è bene porre una maggior attenzione durante la pulizia.In prossimità dei pilastri ovvero a livello dei perni monconi che collegano l’impianto alla protesi, sotto gli elementi sospesi ossia tra il ponte e la gengiva e negli spazi interdentali.
QUALI SONO I PRINCIPALI STRUMENTI DI IGIENE ORALE ?
Spazzolino da denti: è preferibile l’utilizzo di uno spazzolino con setole morbide,che va utilizzato normalmente sulla superficie protesica esattamente come sui denti naturali con l’ausilio di un dentifricio non abrasivo.Il corretto uso dello spazzolino, che deve sempre essere in buone condizioni e quindi sostituito periodicamente,prevede le seguenti manovre; la testa dello spazzolino viene appoggiata sulla superficie delle gengive con un’inclinazione di 45° e deve essere effettuata una leggera pressione in modo da consentire alle setole di penetrare delicatamente sotto la gengiva.Si compie quindi un movimento rotatorio diretto dal margine gengivale alla superficie masticante del dente esercitando una pressione moderata.Si provvede poi a spazzolare le superfici occlusali(masticanti) dei denti con un movimento orizzontale diretto dal fondo del cavo orale verso la bocca.Infine è buona norma spazzolare anche il dorso della lingua.Si ritiene che,per ottenere un risultato soddisfacente sia necessario dedicare a queste manovre non meno di 3 minuti 2 volte al giorno.
Spazzolino interdentale(scovolino): lo scovolino è molto importante per mantenere una buona igiene dei pilastri e delle aree comprese tra la protesi e la gengiva ovvero al di sotto del sistema ponte; è opportuno che sia sempre delle dimensioni ideali in quanto uno scovolino troppo piccolo risulta inefficace ed uno troppo grande potrebbe risultare troppo invasivo.Esso va inserito negli spazi perimplantari tenendolo a 90° rispetto all’impianto,e non deve provocare dolore.In caso contrario va sostituito con uno di dimensioni inferiori.
Filo interdentale:è raccomandato per la pulizia di quelle zone che risultano troppo strette per poter utilizzare strumenti alternativi;si utilizza in questi casi un particolare tipo di filo che presenta un segmento rigido per facilitarne l’inserzione ed un segmento spugnoso per praticare la pulizia.Una volta inserito il filo attraverso la parte rigida,la parte spugnosa deterge il pilastro attraverso dei movimenti in avanti e indietro tenendo premuto il filo contro la parete del pilastro.L’uso del filo non esclude l’utilizzo dello scovolino.
ANTISETTICI E IMPLANTOLOGIA
Le riabilitazioni implantari,soprattutto quelle molto estese,richiedono particolari accorgimenti nel mantenimento igienico.La presenza infatti di manufatti protesici complessi aumenta il numero di spazi e nicchie difficili da raggiungere con i soli strumenti meccanici.Per questo può essere utile affiancare alle manovre di igiene quotidiane l’uso di un prodotto antiplacca.In condizioni di buona salute orale,può essere opportuno utilizzare un colluttorio in grado di contrastare la formazione della placca e l’infiammazione dei tessuti gengivali,raggiungendo le aree meno accessibili del cavo orale.Prevedendone un uso prolungato e quotidiano,il colluttorio selezionato dovrà essere ben tollerato e preferibilmente privo di alcool.Nel caso compaiano segni di infiammazione attorno agli impianti come edema(gonfiore),arrossamento o sanguinamento,è molto importante intervenire con tempestività per evitare che infiammazioni superficiali e reversibili chiamate mucositi possano diventare delle infezioni più profonde e irreversibili chiamate perimplantiti.In questi casi è sempre opportuno sottoporsi a una visita di controllo presso il proprio dentista,ma risulta utile usare un colluttorio o un gel alla clorexidina da associare alle manovre di igiene meccanica.In caso sia gia presente una perimplantite, bisogna affrontare cure specifiche dal dentista.Tuttavia applicazioni quotidiane di clorexidina in gel ad alte concentrazioni(0,5% o 1%) si sono dimostrate in grado di arrestare la progressione della perimplantite stessa e ridurre l’infiammazione della mucose perimplantari,prolungando potenzialmente la sopravvivenza degli impianti.
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